Sole poco dopo il suo arrivo, quando era ancora un cucciolotto

C’era una volta… un microchip palermitano che si chiamava Nunzio.
Un giorno un signore in camice bianco – pare si chiamino veterinari – lo iniettò in un gatto e lo registrò come chipdacani, cosa che lasciò Nunzio molto offeso: “io sono un chipdagatti… e che diamine!!!”

Cominciò così la coabitazione di Nunzio in questo gatto, e con essa i suoi primi problemi di identità. È anche vero che la vita di quel gatto (una umana nel frattempo lo ha chiamato Sole) è parecchio movimentata, con lui non ci si annoia mica… tra una chiacchiera e un’altra, Nunzio si è fatto raccontare da Sole la sua vita prima di incontrarsi: Sole era un cucciolino di circa 3 mesi quando è entrato nel canile di Palermo a seguito della segnalazione di qualche umano che lo ha visto per strada messo male: e messo male era davvero! Aveva già perso un occhino e non riusciva a camminare.
L’umana che poi gli ha dato il nome lo ha portato via dal canile e sono andati da un bravo veterinario. La diagnosi è brutta: 3 fratture al femore e 2 fratture al bacino di cui il bacino staccato dalla colonna. Ha 2 molari rotti che sono stati già tolti e ha perso l’occhio a causa di una rinotracheite non curata. Nel femore fratturato in 3 punti di cui frattura centrale frammentata è stato inserito chiodo e fatti 2 cerchiaggi. Per le 2 fratture al bacino, dove il bacino staccato dalla colonna, è stato inserito un chiodo per fissare la colonna. Tra un’operazione e l’altra per permettere a Sole di avere una vita normale, il piccolo è sterilizzato e testato per la fiv e la felv, risultando positivo alla fiv (immunodeficienza felina) …e qui Nunzio e Sole cominciano la loro vita insieme.

Sole durante la quarantena, stavamo ancora indagando sulle sue origini

Prima di tutto passano quasi due mesi in clinica. Simpatici i momenti di visita dell’umana (che da ora in poi chimeremo Giusycheglihadatoilnome), quando Sole si agita tutto per la felicità e fa uno strano tremolio (si chiamano fusa, queste sono cose che qualsiasi chipdagatto sa perfettamente!).
Per il resto, Nunzio non si annoia perché Sole gli racconta tutte le sue peripezie, facendolo anche un po’ piangere.
Dopo si va in pensione, da un’altra tata che dà da mangiare a Sole, gli pulisce la lettiera, gli dà le medicine. E spesso viene Giusycheglihadatoilnome e lui fa le fusa.

A parte questi brevi diversivi, la vita di Nunzio pare stabilizzarsi tendendo addirittura alla noia, anche perché Sole non si può muovere molto per via degli interventi al bacino.

La vita in pensione dura circa due mesi: poi arriva Giusycheglihadatoilnome tutta felice e dice a Sole e Nunzio che “abbiamo trovato famigliaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”.
Sole è tanto simpatico ma non particolarmente intelligente, per cui Nunzio gli spiega cosa sta succedendo, e tutte e due dicono “Yuppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”, contenti di uscire dalla gabbia della pensione per andare a giocare e divertirsi da qualche suddito umano.

Sole oggi

Viaggiano in treno fino a Livorno: lungo e faticoso, ma ne vale la pena, “ci stanno aspettando degli umani felici di amarci e accudirci” pensano sia Sole che Nunzio… Ma invece… E invece gli umani vorrebbero che Sole fosse più tranquillo e meno spaventato, vorrebbero che fosse un gattino a disposizione dei bambini per i loro giochi.

Nunzio prova a parlare sia con gli umani: “abbiate pazienza, ha passato dei mesi di inferno, io lo conosco ed è un bravo ragazzo, dategli un po’ di tempo”, sia con Sole: “Soluzzo caro, ti vogliono bene, prova a fidarti di loro, fai finta che non ti faccia male il bacino, fai finta che le loro carezze maldestre ti facciano piacere, fai finta” …ma Sole non sa fare finta.

E così, a distanza di pochi giorni dall’ingresso in quella famiglia umana, Sole e Nunzio si ritrovano in strada. Verso dove? Non conoscono la città, non conoscono nessuno, ma il tempo è bello, gli odori tanti… andranno dove li porta il cuore.

Sole oggi

In una settimana il cuore li porta davanti a una signora un po’ anziana che ha dedicato tutta la sua vita ai gatti. Sole è stanco, il bacino gli fa male, fa “miao”; lei lo guarda, si intenerisce e lo porta nel rifugio che gestisce; “intanto è al sicuro, poi cerco la sua famiglia”.

“Ariecchice in un gabbione” pensa Nunzio; “Sole, con te è più la vita in gabbia che quella all’aperto!!”.
Intanto comunque si mangia, si fanno quattro chiacchiere con gli altri gatti ospiti: la maggior parte sono piccini e non sanno nulla della vita, ma qualche valido conversatore c’è.
Sole ha già conquistato tutti con le sue coccole e fusa, le volontarie e gli ospiti lo adorano… ma c’è Nunzio.
Per qualche settimana Nunzio diventerà il protagonista della vita di Sole: perché è Nunzio a dire alle volontarie che Sole non è stato abbandonato, Sole ha avuto chi lo ha amato e accudito, che lo ha fatto operare e si è adoperato per iniettarli un chipdagatti , in modo da poterlo sempre ritrovare.

Nel frattempo in Basilicata… Che c’entra la Basilicata? si chiederanno i lettori arrivati fino a qui. C’entra, perché un cane della Basilicata aveva lo stesso numero di Nunzio. Questo ha naturalmente strabiliato le volontarie del rifugio (non possono esistere due microchip con lo stesso numero… o meglio: questo mondo è troppo piccolo per due Nunzio!).
Una di loro ha cominciato a scrivere e telefonare agli umani della usl della Basilicata per capire cosa era successo. Alla fine il problema sono sempre gli umani: uno di loro aveva scritto male il numero del chipdacane, e così a Nunzio era stata cambiata la carta di identità, facendone chipdacane lucano (mai sia!!!!!!!!). Appurato l’errore, Nunzio è tornato cittadino siciliano, e la volontaria del rifugio ha cercato chi lo aveva fatto iniettare in Sole.

Nel frattempo, Sole era ignaro di tutto e si stava godendo la vita giocando con gli altri gatti del rifugio. Era comprensibilmente agitato: la perdita della mamma, il canile, il veterinario, la pensione, il treno, la famiglia, la fuga, il rifugio… ”Ammetto che gli altri gatti hanno avuto tanta pazienza con lui” ammette Nunzio a chi gli chiede di quel periodo.

Ma alla fine lo capisce, povero Sole… Ci sono voluti quasi due mesi ma, grazie a Nunzio, la volontaria del rifugio ha trovato Giusycheglihadatoilnome, la quale piangeva di gioia quando ha saputo che stava bene anche dopo la fuga.

Fiero di aver svolto con coscienza il suo compito, ora Nunzio si riposa un po’ e si ritira dietro le quinte, con un ultimo invito: “guardate questo musino impertinente e intelligente; guardate il mio compagno Sole e la sua incontenibile voglia di vivere; ricordate che ha sempre deciso lui – ovviamente dopo avermi chiesto consiglio – della sua vita; apprezzate un micio speciale che merita una famiglia speciale. Se pensate di essere quella famiglia speciale, contattate le volontarie del rifugio per adottarlo”.

POSTILLE DELLE VOLONTARIE:

  1. un grande GRAZIE a Nunzio e a tutti i Nunzio grazie ai quali le famiglie possono ritrovare i loro gatti: invitiamo tutti gli umani a microchippare i loro gatti.
  2. la storia non è alla sua fine, Sole e Nunzio hanno ancora tanti anni da vivere insieme e da condividere con noi umani. Cerchiamo una famiglia che scriva i prossimi capitoli.
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